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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

Palazzo Reale di Torino, riapre la Cappella privata di Carlo Alberto con il capolavoro di Palagi

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Un piccolo e prezioso ambiente, pensato per il raccoglimento in preghiera del re al Palazzo Reale di Torino. È la cappella privata di Carlo Alberto, restaurata tra settembre e dicembre del 2016, che riapre al pubblico oggi.  Progettata da Pelagio Palagi nel 1837, sua anche la tela della Sacra famiglia con San Giovannino del 1845, che corona l'altare d'ispirazione quattrocentesca. Il restauro è stato presentato in anteprima, svelando una Cappella che ha ritrovato la bellezza, i colori originari e la lucentezza delle coperture d'oro, grazie alla collaborazione tra Musei reali e Consiglio regionale. "È frutto - ha detto il presidente del Assemblea regionale, Mauro Laus - di un protocollo avviato nel 2013 e rinnovato lo scorso anno, che punta anche a essere un esempio del chiedersi cosa facciamo noi e non solo e sempre cosa fa lo Stato e che auspico veda altri enti pubblici e privati che vogliano aggiungersi a questo impegno". Dagli intarsi lignei ai dipinti, prim

Oscar 2017: al Dolby Theatre vincitori con sorpresa

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I produttori di "La La Land" avevano anche iniziato il discorso di ringraziamento, poi la clamorosa smentita: "Ha vinto Moonlight". Se un momento prima "The Winner is", letto da Warren Beatty e Faye Dunaway, aveva decretato la vittoria del film di Damien Chazelle, che era candidato a 14 premi e ne ha portati a casa sei compreso miglior regia e miglior attrice Emma Stone, uno scambio di buste ha creato l'inghippo: sul palco del Dolby Theatre sopraggiunge il presentatore Jimmy Kimmel, conferma la notizia, mostra la busta: ha vinto proprio "Moonlight", non è uno scherzo. Warren Beatty, cerca di spiegare: "Nella busta c'era scritto Emma Stone per La La Land". Jimmy Kimmel scherza: "La colpa è mia, sapevo che avrei rovinato tutto prima della fine. Buonanotte a tutti, prometto di non tornare più". Berry Jenkins, il regista di "Moonlight" spiega cosa è successo alla fine della cerimonia degli Oscar. "Ho chies

"Vermeer e i maestri della pittura di genere" al Louvre di Parigi

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Non un artista individualista e isolato nel suo mondo inaccessibile ma l'ispiratore e il costruttore di uno stile, quello della "pittura di genere": è il volto meno conosciuto di Johannes Vermeer, messo in luce dalla mostra-evento al Louvre che sarà aperta al pubblico dal 23 febbraio al 22 maggio 2017. "Vermeer e i maestri della pittura di genere", questo il titolo della straordinaria esposizione, che raduna 12 opere del maestro olandese - un terzo della sua produzione totale - accanto ad altre di pittori molto meno noti ma celebri nel Seicento, il Secolo d'oro della pittura olandese. La mostra, allestita in collaborazione con la National Gallery irlandese e la National Gallery of Art di Washington, è stata realizzata grazie a prestiti straordinari e collaborazioni delle maggiori istituzioni americane, britanniche, tedesche e olandesi. Vermeer è sempre stato avvolto da un alone di leggenda, è stato dipinto come un personaggio enigmatico, capace di invenzi

David 2017, tutte le candidature degli "Oscar italiani"

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Mancano pochi giorni alla Notte degli Oscar, ma in Italia oggi sono arrivate le nomination per la 61ª edizione dei Premi David di Donatello, in programma lunedì 27 marzo. La cerimonia di premiazione sarà per il secondo anno prodotta e trasmessa da Sky, condotta da Alessandro Cattelan. La serata andrà in onda in diretta dagli Studi De Paolis di Roma dalle 21.15 su Sky Cinema Uno HD, Sky Cinema David di Donatello HD, Sky Uno HD, Sky Arte HD e in chiaro su TV8 Testa a testa alle candidature per i David di Donatello tra "Indivisibili" e "La pazza gioia": i film di Edoardo De Angelis e Paolo Virzì hanno collezionato infatti diciassette nomination ciascuno. Li tallona, con sedici candidature, "Veloce come il vento" di Matteo Rovere. "Fai bei sogni", "Fiore", "Indivisibili", "La pazza gioia", "Veloce come il vento": sono i titoli candidati come miglior film. E gli stessi registi di quei film sono candidati a

Kurt Cobain, il profeta del grunge avrebbe compiuto 50 anni

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Oggi Kurt Cobain avrebbe compiuto 50 anni. Purtroppo ne sono passati 23 dal suo suicidio, avvenuto il cinque aprile del 1994. Oggi Sky, alle 22.55 sul canale 118, per la serie Crime+Investigation, trasmetterà "Chi ha ucciso Kurt Cobain?", documentario che ha per protagonista Tom Grant, l'investigatore privato assunto da Courtney Love, la vedova di Cobain, per stabilire se, dopo una fuga dai contorni poco chiari da un centro di Rehab, il leader dei Nirvana fosse stato assassinato. Le teorie del complotto accompagnano quasi sempre le morti di personaggi iconici e molto spesso trovano terreno fertile nelle indagini frettolose, come frettolosa è stata quella sulla morte di Cobain, o quelle su Tenco o su Jimi Hendrix. Per ricostruire la breve e bruciante parabola dell'artista che ha cambiato le regole della musica e la storia di una generazione a cavallo tra la fine degli anni '80 e i primi '90 è utile guardare "Cobain - Montage of Heck", il document

Addio a Kounellis, maestro dell'arte povera

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Maestro indiscusso dell'Arte Povera, Jannis Kounellis è scomparso all'età di 80 anni a Roma, la città che, dopo aver lasciato la Grecia a soli 20 anni, aveva scelto per studiare all'Accademia delle Belle Arti per poi stabilirvisi. Pittore e scultore, Kounellis ha creato un linguaggio in continua evoluzione, che non è mai venuto meno in virtù di un incessante spirito di ricerca. Oggi è "un giorno triste", ha commentato in un Tweet il ministro della cultura Franceschini , "ci ha lasciato un grande maestro, italiano per adozione, che con la sua opera ha segnato l'arte contemporanea". Anche se ha continuato a parlare di sé come di un pittore ("perché la pittura è costruzione di immagini"), Kounellis è stato soprattutto l'autore di installazioni di grandi dimensioni e performance memorabili, come i dodici cavalli legati alle pareti della galleria L'Attico di Roma (1967) basata sul concetto di eliminazione della distanza che separa l’

"The art of the brick" all'Auditorium Parco della Musica

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Lo scorso anno aveva registrato oltre 120.000 presenze, e quest'anno, data l'enorme affluenza di pubblico, è stata protratta. La mostra "The art of the brick", ospitata all'Auditorium Parco della Musica di Roma è stata prorogata fino al 26 marzo (ingressi: dal lunedi al giovedi dalle 11 alle 20; dal venerdi al sabato dalle 11 alle 22; domenica dalle 10 alle 20). Sono oltre settanta le sculture d'arte create con più di un milione di mattoncini Lego, opere dell’artista statunitense Nathan Sawaya. Una mostra, allestita anche alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 29 gennaio, che la CNN ha proclamato come una delle dieci mostre da vedere al mondo e che ha già conquistato tante città, da New York, a Los Angeles, da Melbourne a Shanghai, da Londra a Singapore. Le opere esposte, di grandi dimensioni, spaziano dalla figura umana a quella rivisitata nell'arte come la riproduzione della Gioconda di Leonardo Da Vinci, La ragazza con l’orecchino di Perla di V

"La febbre del sabato sera" compie quarant'anni ed è ancora realtà

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Era il 1977 quando Tony Manero in pista sulle note di Night Fever dei Bee Gees segnò definitivamente un'era, consacrando al mito la Disco music e le camicie glam anni '70 e lanciando definitivamente John Travolta nell'Olimpo delle star e dei sex symbol. "La febbre del sabato sera", il film cult di John Badham, compie quarant'anni e torna in teatro, con la nuova produzione del Nuovo di Milano, al Teatro Olimpico di Roma, dove resterà fino al 19 febbraio, per la regia di Claudio Insegno, ma lancia già le prossime tappe anche a Torino, Genova, La Spezia, Bergamo, Ferrara, Assisi, Brescia, Livorno). Un "juke box musical", come lo definiscono, tratto dall'adattamento teatrale di Robert Stigwook e Bill Oaks e di Sean Cercone & David Abbinanti, che, come al cinema, parte con i titoli di testa e le grandi vedute del Ponte di Verrazzano tra Brooklyn e Manhattan. Il film, tratto da un'inchiesta giornalistica sulla vita notturna delle comunità più

Dieci magnifici film per festeggiare San Valentino

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L'amore, si sa, non si dovrebbe celebrare soltanto un giorno. Ma il giorno di San Valentino può essere l'occasione per approfittare e godersi un bel film, da sovrapporre. Ecco quindi la proposta di una classifica dei più grandi film d'amore, da mettere oggi (o qualsiasi altro giorno) nella propria cineteca ideale. CASABLANCA di Michael Curtiz (1942) con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Sullo sfondo dell'Africa francese controllata dai nazisti, in piena guerra mondiale, si intrecciano addirittura tre storie d'amore che hanno per perno il solo apparentemente cinico Rick Blaine, americano apolide, titolare dell'omonimo bar in Marocco. Dal suo passato, risorge la travolgente passione per la norvegese Ilsa Lund di cui si era innamorato a Parigi prima dell'arrivo dei soldati tedeschi. L'amore dei due è irresistibile ma passa per la dura scelta di Ilsa di separarsi dal marito (il cecko Laszlo, ricercato dai nazisti) che a sua volta la ama tanto da voler ri

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