Addio a Kounellis, maestro dell'arte povera



Maestro indiscusso dell'Arte Povera, Jannis Kounellis è scomparso all'età di 80 anni a Roma, la città che, dopo aver lasciato la Grecia a soli 20 anni, aveva scelto per studiare all'Accademia delle Belle Arti per poi stabilirvisi. Pittore e scultore, Kounellis ha creato un linguaggio in continua evoluzione, che non è mai venuto meno in virtù di un incessante spirito di ricerca. Oggi è "un giorno triste", ha commentato in un Tweet il ministro della cultura Franceschini , "ci ha lasciato un grande maestro, italiano per adozione, che con la sua opera ha segnato l'arte contemporanea".

Anche se ha continuato a parlare di sé come di un pittore ("perché la pittura è costruzione di immagini"), Kounellis è stato soprattutto l'autore di installazioni di grandi dimensioni e performance memorabili, come i dodici cavalli legati alle pareti della galleria L'Attico di Roma (1967) basata sul concetto di eliminazione della distanza che separa l’arte dalla realtà.

Di fronte a un certo senso di fallimento delle potenzialità innovative dell'arte povera, inghiottita suo malgrado dalle dinamiche commerciali della società dei consumi, l'artista esprime tali sentimenti nelle sue opere, a partire dalla famosa porta chiusa con delle pietre, presentata per la prima volta a San Benedetto del Tronto e quindi nel corso degli anni, a Roma,  Londra, Colonia.  Seguiranno installazioni nelle quali alla vitalità del fuoco subentra l'oscura presenza della fuliggine, mentre gli animali vivi cedono il passo a quelli imbalsamati. Il culmine di questo processo è forse il grandioso lavoro presentato all'Espai Poblenou di Barcellona nel 1989, caratterizzato da quarti di bue appena macellati fissati mediante ganci a lastre metalliche e illuminati da lanterne a olio.

E poi i labirinti, i sacchi, il carbone, il ferro, le farfalle, i cocci dei villaggi cinesi, vere e proprie scenografie costruite tra materiali d'uso ed elementi mitici e simbolici, in cui il visitatore diventava protagonista. Nei decenni successivi Kounellis ha saputo con una rinnovata consapevolezza ritrovare la primitiva propensione all'enfasi monumentale. Nel 2002, ecco l'installazione dei cavalli alla Whitechapel di Londra e, poco dopo, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma Kounellis realizza un enorme labirinto di lamiera, lungo il quale pone, quasi fossero altrettanti approdi, gli elementi tradizionali della sua arte, come le "carboniere", le "cotoniere", i sacchi di iuta e i cumuli di pietre.

Nel 2004 celebra con una sua installazione allestita nella Galleria dell'Accademia di Firenze i cinquecento anni dalla creazione del David di Michelangelo. Nel 2007 è nuovamente a Roma per la Porta dell'Orto Monastico della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, una imponente cancellata di ferro impreziosita da elementi cromatici realizzati in pietre di vetro. Sempre nel 2007 disegna per il 383° festino di Santa Rosalia a Palermo il carro trionfale della Santa. Nel 2011 è alla Biennale di Venezia, ma anche in Cina per una serie di mostre dove ha presentato un suo straordinario lavoro: una scrittura fatta con frammenti di antica porcellana, quali ideogrammi concreti che si inseguono linea dopo linea in venti lamiere monumentali. Lo scorso anno, le Monnaie di Parigi hanno ospitato una sua ampia retrospettiva.


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